Luigi Borrone, fotografo per passione
Stavolta tocca a Luigi Borrone, fotografo per passione.
Perché l’ispirazione è il terzo occhio del fotografo – professionista o semplice appassionato che sia – e Luigi possiede la scintilla.
Luigi, definisci l’ispirazione.
L’ispirazione non esiste, o meglio, non è un qualcosa di tangibile che si può avere a comando: viene quando vuole e se ne va quando vuole, soprattutto senza mai avvisare.
Può rivelarsi come uno stato di entusiasmo, un impulso improvviso di eccitazione che fa scattare la creazione dell’opera, nel nostro caso fa scattare la fotocamera e riesce a fermare l’attimo per incastonarlo nell’immagine.
«Cerco quell’attimo perfetto»
D: Luigi, nei tuoi scatti, immortali angoli nascosti di Napoli e della zona flegrea da un punto di vista originale, il tuo.
Catturi l’istante in una foto.
Da dove nasce quel momento unico che ti obbliga a fermare il tempo e catturare l’emozione?
R: Ho sempre voluto fotografare, anche da piccolo.
Mi piaceva molto e mi piace tutt’ora avere la testimonianza di ciò che vedo e, attraverso la foto, ricordo le emozioni che ho provato in quel momento.
Mi diverto moltissimo a ricercare l’attimo perfetto da fotografare, catturare il momento in cui io e i miei amici ridiamo oppure catturare un pezzo della città che amo per portarlo sempre con me.
«Dopo gli attentati di Parigi, la mia foto di successo»
D: L’ispirazione si può allenare oppure è un dono naturale?
R: Capire e carpire l’attimo in cui scattare è uno stato d’animo che risiede dentro il fotografo e, per ritrovare gli stimoli giusti, occorre sempre esercizio costante, mettersi continuamente in relazione con questo fantomatico attimo.
E fermarlo.
Per regalarlo all’eternità attraverso lo scatto.
D: Luigi, ricordi la tua prima foto di successo?
Lo scatto che ha sancito la voglia di condividere le tue pubblicazioni?
R: La foto dopo gli attentati a Parigi.
Pensai quanti amici e concittadini erano per lavoro e quante persone lasciavano la propria città per trovare fortuna altrove.
Invece, per un gesto folle, hanno trovato la morte.
Per essergli vicino, presi i due simboli delle città e scattai una foto.
La mia città, Pozzuoli, e quella dove i miei concittadini avevano trovato il terrore, Parigi con la torre Effeil.
Con grande sorpresa, la ritrovai twittata dal sindaco di Pozzuoli.
E su Facebbok con oltre 3000 like.
Prendo in prestito la foto di @LuigiBorrone. Ogni parola è superflua: vicini a #Parigi. Contro ogni forma di terrore pic.twitter.com/gMHsE81ACQ
— Enzo Figliolia (@EnzoFigliolia) 14 novembre 2015
Luigi Borrone, i canali social
D: Luigi, prima di chiudere, condivido una riflessione di Paola – nostra comune amica: chi scrive (nel tuo caso, chi fotografa) lo fa per se stesso o per gli altri?
R: Cito il grande Daniel Pennac:
Ho fatto delle foto.
Ho fotografato invece di parlare.
Ho fotografato per non dimenticare.
Per non smettere di guardare.
Poi, per me, come già ti dissi, vale sempre il concetto: la foto è l’unico strumento per fermare il tempo.
Luigi Borrone è su facebook, twitter e instagram
A Luigi il mio sincero ringraziamento per l’interessante intervista che ci ha rilasciato.
Per chi volesse seguirlo, segnalo la fanpage ufficiale Luigi Borrone – Fotografo Per Passione, il profilo twitter ed i canale Instagram.