MADRE, opere per stupire
Una piccola statua col volto immerso in una montagna di stracci.
Posta nei pressi di un cassonetto della spazzatura, provoca una reazione indignata del netturbino di turno: l’operatore raccoglie perplesso l’intero mucchio e lo getta nel camion dell’immondizia.
Salta sullo scalino posto dietro l’automezzo, con un cenno collaudato invita il collega a proseguire il giro.
Mentre il grosso e rumoroso camion raggiunge il successivo cassonetto da svuotare, il netturbino impreca contro l’incivile di turno.
L’operatore ecologico non immagina che trattasi della Venere degli stracci, opera installata al MADRE di Napoli, il Museo d’Arte Contemporanea Donnaregina.
La provocazione dell’artista
«L’artista vuole provocare, indignare per far riflettere e sbalordire lo spettatore» sono le uniche spiegazioni che gli addetti del museo mi svelano durante la visita.
Il tour al MADRE prosegue, ogni collezione suscita la medesima domanda: di che tipo di ARTE si tratta?
Un enorme tappeto nero? Il baratro dell’essere umano.
Una statua orientale ripresa da una telecamera e mentre la guardo basito osservo me stesso nel televisore.
La parola alle immagini
Descrivere le sensazioni alla vista di teschi illuminati, un manichino privo di braccia sospeso su un’altalena, un labirinto bianco o una stanza colorata è superfluo.
Ognuno interpreta a suo modo ciò che osserva.
Vado via sbigottito, mentre passeggio con le immagini ancora scolpite nella mente, rifletto sullo spettacolo al quale ho assistito.
Proprio ciò che l’artista aspira: far riflettere.
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